La giornata del 14 ottobre ha rappresentato un fantastico momento di condivisione, confronto e contaminazione. Di idee, competenze, sapori e suggestioni.
Una giornata che – come è possibile apprezzare dalle foto e dai video caricati sul sito dell’Associazione Lazio Rurale – è stata molto partecipata e, soprattutto, ha vissuto di momenti differenti, tutti di altissimo contenuto.
Dal seminario – arricchito anche dalla presenza di un delegazione proveniente dal Comune spagnolo di Almendralejo e dalla Comunità Autonoma dell’Estremadura – ai punti e momenti ristoro, dagli stand informativi ai laboratori tematici.
Cooperazione, sviluppo rurale, assistenza tecnica e competenze sono stati i temi che hanno segnato e contraddistinto la giornata; la sede del GAL terre di Argil ed il piazzale antistante hanno ospitato un vero e proprio laboratorio diffuso partecipato ed attraversato da numerosi, imprenditori, rappresentanti di associazioni, istituzioni e mondo della ricerca.
L’idea di paesaggio rurale, nell’intima, fisiologica ed ontologica connessione tra innovazione della filiera e competenze, è stato l’argomento centrale del seminario; con un continuo richiamo all’idea ed all’importanza della cooperazione nel pratiche e far vivere quel paesaggio.
Accrescere la competitività ed innovare il tessuto produttivo e di servizi del territorio attraverso una duplice innovazione: quella tecnologica e quella sociale. Assistenza tecnica, informazione, formazione, divulgazione rappresentano gli ingredienti indispensabili da affiancare alla tecnologia, alle smart solutions.
La nuova PAC intende promuovere un settore agricolo smart (intelligente) e resiliente, sostenere la cura per l’ambiente e l’azione per il clima e stimolare la crescita e l’occupazione nelle aree rurali.
Come realizzare un settore agricolo più smart, più intelligente e sostenibile con vantaggi economici e ambientali? Con la ricerca, la conoscenza, il trasferimento dell’innovazione e il supporto alla digitalizzazione.
La futura PAC dovrà promuovere maggiori sinergie con le politiche di ricerca e innovazione per promuovere il cambiamento.
Infatti, lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione rendono possibili grandi avanzamenti in termini di efficienza, che possono ridurre l’impatto ambientale/climatico nell’agricoltura e ridurre i costi per gli agricoltori. Agronomia con soluzioni basate sulla natura, allevamento, agricoltura verticale, zootecnia, tecnologia, innovazioni digitali, organizzative e relative ai prodotti: sono innovazioni a portata di mano e possono favorire la multifunzionalità dei sistemi agricoli e alimentari dell’UE.
Tuttavia, l’utilizzo di nuove tecnologie in agricoltura rimane inadeguato e poco esteso a livello di Unione europea, con uno specifico bisogno di affrontare la questione dell’accesso delle piccole e medie imprese agricole alla tecnologia.
Da queste considerazioni nasce un obiettivo cruciale della nuova PAC: sostenere la conoscenza, l’innovazione e la tecnologia.
Ciò soprattutto considerando il paesaggio rurale nella simbiotica relazione con il tessuto maggiormente antropizzato delle grandi città. In un rapporto, una dialettica ed una visione di insieme che deve ricondurre ad una nuova e virtuosa organizzazione delle dinamiche e dei processi produttivi tra urbe e ruralità. Improntata ad una sostenibilità ambientale, economica e sociale e volta ad un nuovo paradigma di sviluppo che pratichi in termini attuali e funzionali la fase post-industriale.
Ciò anche considerando che in questa nuova era post-moderna è sempre maggiore e fortemente condivisa l’attenzione verso la tematica ambientale. Da alcuni anni, nelle società più sviluppate, è crescente la preoccupazione per il degrado dei paesaggi dovuto all’intervento umano. È la diretta conseguenza di uno sviluppo squilibrato e accelerato, del paradigma sviluppista che ha caratterizzato l’economia e la società nel “secolo breve”. Una traiettoria inevitabile e necessaria, probabilmente, che ha permesso a miliardi di persone di uscire dalla povertà e migliorare in modo esponenziale la propria qualità della vita; un processo, politiche e scelte che hanno però lasciato sul campo vittime importanti. In primis l’ambiente, la biodiversità e, purtroppo, molto spesso, l’enorme patrimonio rappresenta da quell’affresco culturale-naturalistico che è il paesaggio.
Da alcuni anni, nelle società più sviluppate, è crescente la preoccupazione per il degrado dei paesaggi dovuto all’intervento umano. È una conseguenza di uno sviluppo squilibrato e accelerato. Nelle zone rurali il paesaggio è sempre più visto come un’importante risorsa che deve essere mantenuta e conservata.
Per fare ciò è indispensabile coniugare l’intervento umano e lo sviluppo con il rispetto e la conservazione della natura. Avendo sempre presente il quadro legislativo e lo sfruttamento delle opportunità che ha carattere sovranazionale, nell’ambito degli obiettivi di sviluppo rurale per tutta l’Europa.
Le attività di sviluppo comportano l’intervento umano nei paesaggi, attraverso diverse opere e costruzioni.
In tal ottica la PAC 2023-27, e la centralità che la stessa riconosce al sistema delle competenze attraverso l’AKIS, nonché la nuova centralità data alla cooperazione regionale, interregionale e transnazionale dal programma LEADER, rappresenta un’opportunità unica. Ed una sfida da vincere. Soprattutto per un territorio come quello del GAL Terre di Argil che esprime in termini paradigmatici gli effetti delle scelte sovra riportate. Un territorio che risente enormemente della crisi industria; un territorio in cerca di identità, che ha tutte le carte in regola per credere e praticare nuovi processi e dinamiche di produzione, di reddito, di occupazione attraverso il comparto agroalimentare, i servizi, l’heritage, il patrimonio naturalistico.
Per fare ciò è però necessaria una scelta forte del territorio, della società civile, delle istituzioni volta a coinvolgere e rendere protagonista – consapevole e proattivo – il territorio; che deve organizzarsi attraverso reti, processi e dinamiche aggregative e decisionali. Passando indispensabilmente da un forte investimento sulle competenze e sulla conoscenza.




