Nell’appuntamento del 25 maggio promosso dall’Associazione Lazio Rurale, dal titolo “Le agricolture e la ruralità al centro di una strategia sistemica per lo sviluppo rurale”, all’interno del progetto Rural Target sono emersi diversi spunti ed elementi di particolare interesse ed utili a supportare la strategia ed il piano di sviluppo locale avviato dal GAL Terre di Argil.
Per questo prendiamo spunto da alcune suggestioni presenti nella relazione del Direttore Tecnico Matteo Salvadori, che – anche alla luce dei numerosi contributi e diverse chiavi di lettura emerse – rappresenta un interessante spunto per approfondire e comprendere appieno l’importanza dell’innovazione sociale nei processi di sviluppo rurale e soprattutto, per il GAL Terre di Argil.
Ha cercato di analizzare le principali chiavi di sviluppo del territorio, che costituisce ancora un settore importante della società moderna sia in termini economici che sociali.
Il sistema rurale del centro Italia e del, che stanno attualmente attraversando un grave spopolamento e un processo di razionalizzazione silenziosa, chiedono cambiamenti che le consentano di prendere il posto che le spetta tra le società europee che condividono la stessa sfera all’interno della Politica Agricola Comune (PAC). Un progetto di sviluppo deve basarsi non solo sulle carenze del territorio, ma soprattutto sulle sue risorse, una delle quali è la cultura.
Il paesaggio è un depositario di ricchezze culturali di cui ogni pianificazione futura deve tener conto. Non penso tanto alle grandi imprese agricole, quanto piuttosto ai piccoli agricoltori e ai lavoratori agricoli che vivono nelle zone più spopolate, che magari non hanno il peso economico ma che costituiscono la maggior parte della popolazione di questo settore. Le valutazioni emerse il 25 maggio si sono basate su un’analisi generale del paesaggio utilizzando i rapporti della Commissione dell’Unione Europea e dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), nonché su lavori specialistici in materia. Chiaramente ci si è soffermati con particolare attenzione alla situazione del Lazio Meridionale e, soprattutto, del territorio e dei Comuni rientranti nel GAL Terre di Argil.
E’ possibile individuare e definire delle caratteristiche proprie del sistema rurale sia da un punto di vista geografico che sociologico, in una visione sistemica così come appare nelle elaborazioni dell’Unione Europea. Interessante in tal senso il lavoro promosso dagli organi dell’Unione Europea; ad esempio la Commissione agricoltura e sviluppo rurale – che ha lavorato di supporto e nel quadro dell’operato della Commissione europea – ha sviluppato un interessante testo una comunicazione per il Parlamento europeo sul futuro delle zone rurali.
Il testo, intitolato “Una visione a lungo termine per le zone rurali dell’UE: verso zone rurali più forti, connesse, resilienti e prospere entro il 2040” è ora in fase di approfondimento, ricezione, elaborazione e sviluppo da parte dei singoli territori. Rappresenta una formidabile e quanto mai puntuale traiettoria attraverso cui l’Unione Europea – ergo le strategie, le politiche ed i fondi strutturali e di intervento della stessa – riconosce, legittima e dà estrema centralità alle energie e le potenzialità dei territori; riconoscendo e dando priorità di intervento e strategica per il futuro dell’Unione Europea alle dinamiche ed ai processi bottom up.
La Visione, fortemente richiamata non solo dal DT del GAL Matteo Salvadori, ma anche da alcuni dei correlatori intervenuti, tra cui segnaliamo quello del Professor Carlo Russo (che tra l’altro sarà relatore principale di uno dei prossimi appuntamenti promossi da Lazio Rurale nello sviluppo del progetto Rural Target), rappresenta e sarà una formidabile cornice di riferimento per il Piano di Sviluppo del GAL terre di Argil; nonché, evidentemente, per le molteplici attività e progettualità che i vari beneficiari stanno sviluppando. Iniziative, percorsi e traiettorie che vedono nel bottom up, nell’aggregazione, nel sistema rurale e nell’innovazione sociale dei target e degli architravi indispensabili.
Per rispondere in maniera efficace alle tendenze globali e alle sfide economiche, sociali e ambientali e per cogliere i benefici della transizione verde e digitale, nella visione della Commissione sono necessarie politiche e misure attente e calate sul territorio, che tengano conto delle diversità geografiche all’interno dell’UE e delle esigenze specifiche e punti di forza di ciascun territorio.
Il documento – in piena sintonia con la strategia e con gli obiettivi del GAL Terre di Argil – vede le zone rurali (dove risiede circa il 30% della popolazione e che occupano oltre l’80% del territorio europeo) e le reti, i flussi, le dinamiche che sottendono ed animano le stesse come dimensione e player indispensabili per il futuro dell’Unione Europea; attraverso un processo ed un percorso che le veda partecipare in modo attivo al raggiungimento delle scelte, degli interventi e delle politiche della UE. Avendo come imprescindibile obiettivo una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Attraverso una necessaria innovazione sistemica dei processi e delle dinamiche socio-economiche volti a declinare, praticare e raggiungere un nuovo paradigma di sviluppo. In tal senso il LEADER ed i GAL, come evidenziato dal relatore, giocano e rivestono un ruolo cruciale.
Il conseguimento degli obiettivi dell’UE in ambito digitale per il 2030 può offrire maggiori opportunità per lo sviluppo sostenibile delle zone rurali non solo nell’ambito agricolo, agroalimentare e forestale, aprendo nuove prospettive per la crescita dell’industria manifatturiera e, ancora di più, di quella dei servizi, e contribuendo a una migliore ripartizione geografica dei servizi e delle industrie.
Il percorso verso il raggiungimento di questi ambiziosi obiettivi passa per l’individuazione di aree di intervento che contribuiscano a zone e comunità rurali più forti, connesse, resilienti e prospere, e lo fa attraverso l’istituzione di un “Patto rurale” che coinvolga autorità pubbliche e stakeholder in azioni mirate a soddisfare le necessità e le aspirazioni di chi vive nelle aree rurali. Ad accompagnare e sostenere questo patto sarà un “Action Plan” che dovrà costruire un percorso che promuova la coesione territoriale, creando nuove opportunità d’impresa e un’occupazione di qualità, promuovendo un processo di formazione e di acquisizione di nuove capacità, garantisca un migliore livello di infrastrutture e servizi e sostenga un crescente ruolo per l’agricoltura sostenibile e per la diversificazione delle attività economiche.

Conoscere è importante rispettare la natura è necessario. Focus tra agricoltura sociale e patto di paesaggio
La necessità di connettere le sfumature per praticare un vero processo
bottom-up: l’importanza dei saperi e della condivisione



